Sig. Gaetano Iorio |
1 - D) Vuole raccontare
in che anno e dove ha visto per la prima volta lo Scotch Fancy ?
R) Ho visto per la prima
volta gli Scotch Fancy in un’uccelleria di Giugliano in Campania nel settembre
1997.
2 - D) Quali
caratteristiche particolari, riferendomi a pregi e difetti, avevano i soggetti
di quel periodo e cosa l'ha affascinata sin da subito?
R) I soggetti di quel
periodo presentavano una certa promiscuità di forme e un piumaggio spesso
difettoso, con il famoso cravattino che faceva capolino su molti soggetti
tranne naturalmente per i soggetti eccellenti. Ciò che mi ha affascinato di
questa razza è stata la forma particolare, l’eleganza, questa figura esile,
cilindrica e quel senso di leggerezza che mi ha trasmesso.
3 - D) Tra gli storici
allevatori pionieri della razza, secondo lei chi, in che modo e con quali pregi
ne ha influenzato maggiormente lo sviluppo, gettando nel tempo le basi che ci
hanno portato allo Scotch Fancy dei giorni nostri ?
R) Gli allevatori sia
quelli storici che gli attuali mi danno l’impressione di seguire un loro ideale
personale, ognuno ha le sue idee su come deve essere lo scotch fancy, su quali
pregi o difetti siano più rilevanti, danno maggiore o minore peso ad un aspetto
a secondo del proprio gusto personale quasi come se lo standard non fosse
definito.
4 - D) Da quale ceppo
provenivano le sue prime coppie e su quali linee, negli anni a seguire, ha
basato il suo lavoro genetico ?
R) Ho acquistato le
prime coppie in uccelleria.
5 - D) A quali pregi ha
dato maggiore importanza nello scegliere i suoi capostipiti?
R) Ho dato sempre fondamentale
importanza al piumaggio, perché ad una serata di gala si va vestiti bene
altrimenti sembriamo inadeguati alla circostanza, e alla posizione perché se
devo descrivere in modo sintetico, così da rendere immediata l’idea ad un
interlocutore, la particolarità della razza che allevo rispetto ai comuni
canarini faccio riferimento alla posizione a C della sua figura, la ritengo la voce
più importante in assoluto, quella che la caratterizza principalmente. Uno
scotch senza una buona posizione non è uno scotch. Per ultimo dò discreta
importanza alla taglia. “L’ altezza è mezza bellezza”, non sarà proprio cosi ma
la sensazione è che si lasciano preferire i soggetti di taglia adeguata rispetto
a quelli che peccano sotto questo aspetto. Però c’è da dire che nella scelta
dei soggetti da accoppiare valuto i soggetti nel loro insieme, la sensazione
che danno nel complesso, fatta di proporzioni, eleganza, leggerezza senza
essere intransigente su qualche difettuccio. Cosi anche per i soggetti che scelgo
per le mostre, li valuto nel complesso senza fare un'analisi specifica delle
varie voci che compongono la scheda punteggio.
6 - D) Che importanza ha
la consanguineità nelle sue combinazioni genetiche? …e l'utilizzo del carattere
intenso?
R) Non dò nessuna
particolare rilevanza alla consanguineità e non amo particolarmente gli intensi
che a mio avviso non sono correttori di piumaggio per quanto attiene strettamente
alla razza in questione.
7 - D) Un corretto
programma di allevamento, ad un certo punto porta inevitabilmente a dover rinsanguare
accoppiando in “rottura”. Non le chiederò che linee di sangue utilizza – perché
come disse tempo fa un mio carissimo amico, “l’allevatore è come il pasticcere,
non ti darà mai la ricetta esatta...” - ma vuole dirci in che modo procede e
quante difficoltà trova a reperire soggetti con sangue nuovo?
R) Reperire un soggetto
da immettere nel proprio allevamento presenta difficoltà sempre crescenti, a
seconda del livello qualitativo dei propri soggetti. I soggetti che valuto per
un rinsanguo devono avere una caratteristica o un pregio eccellente riguardo a
quel connotato che ai soggetti del mio allevamento sembra mancare o che vorrei
migliorare, non rinsanguo tanto per rinsanguare ma è in realtà un aggiungere
qualcosa rinsanguando. Comunque nel complesso il soggetto deve apparire buono,
con un buon piumaggio e una buona salute, altrimenti si rischia di fare un
passo indietro e non si giova appieno del fattore ibrido di cui si gode
immettendo un soggetto proveniente da un ceppo geneticamente diverso dal
proprio. Ma è difficile trovare un allevatore che si privi di un tale soggetto
e che soprattutto lo ceda ad un concorrente. Avendo io un allevamento di buon
livello trovo enormi difficoltà ad acquistare soggetti che per me sono utili,
proprio perché nessuno li cede.
8 - D) In base alla sua
esperienza, con quali linee di sangue si esprimono meglio in riproduzione i
suoi soggetti?
R) La linea di sangue
femminile è quella che mi dà le migliori soddisfazioni.
9 - D) Cosa pensa del
livello di selezione che ha raggiunto oggi la razza e su quali caratteristiche,
riferendomi a pregi e difetti, bisognerebbe porre maggiore attenzione negli accoppiamenti?
R) Il livello di
selezione, almeno in Campania, ha raggiunto livelli altissimi. Le
caratteristiche da privilegiare negli accoppiamenti, partendo dal presupposto
che conviene accoppiare solo ottimi soggetti, sono la compensazione del
carattere mancante con un soggetto che eccelle riguardo tale voce. Tutte le
voci della scheda valori sono importanti allo stesso modo. Bisogna mirare al
100 per ottenere un soggetto da 91 punti.
10 - D) Quale consiglio
si sente di dare ai giovani allevatori che si accingono a scegliere i loro futuri
riproduttori?
R) Iniziare facendosi una cultura su come si alimenta correttamente un Scotch Fancy, su come deve essere tenuto il locale di allevamento, su come si gestisce a livello igienico il tutto. Poi si passa ai soggetti da scegliere per la riproduzione. Il consiglio che dò è di scegliere solo ottimi soggetti e se bisogna acquistarli di farlo da allevatori con alle spalle anni di selezione, visitando gli allevamenti prima di comprarli per rendersi conto del livello globale dei soggetti di quell’allevamento. Acquistare soggetti esposti alle mostre non è garanzia di qualità e soprattutto di trasmissibilità di quei caratteri in quanto possono essere frutto di un accoppiamento “fortunato” tra due soggetti mediocri, cioè può darsi il caso che la prole che ha prodotto tale coppia presenti soggetti molto differenti morfologicamente tra di loro di cui solo quest’ultimo è apprezzabile e che quindi non offre nessuna certezza di ripetere quelle caratteristiche nella sua discendenza. Si può vincere alle mostre anche avendo un solo soggetto eccellente su 200 soggetti mediocri prodotti nell’anno. E’ bene riflettere su questo punto. Un allevamento che presenta tanti buoni soggetti, molto uniformi tra loro, è sinonimo di selezione, di trasmissibilità di quei caratteri, di lavoro accurato da parte dell’allevatore. Solo visitando un allevamento ci si può rendere conto di tutto ciò, cioè del fatto che non è frutto del caso. Io consiglio ai giovani allevatori di rivolgersi a questo tipo di interlocutore per non sprecare soldi e tempo.
R) Iniziare facendosi una cultura su come si alimenta correttamente un Scotch Fancy, su come deve essere tenuto il locale di allevamento, su come si gestisce a livello igienico il tutto. Poi si passa ai soggetti da scegliere per la riproduzione. Il consiglio che dò è di scegliere solo ottimi soggetti e se bisogna acquistarli di farlo da allevatori con alle spalle anni di selezione, visitando gli allevamenti prima di comprarli per rendersi conto del livello globale dei soggetti di quell’allevamento. Acquistare soggetti esposti alle mostre non è garanzia di qualità e soprattutto di trasmissibilità di quei caratteri in quanto possono essere frutto di un accoppiamento “fortunato” tra due soggetti mediocri, cioè può darsi il caso che la prole che ha prodotto tale coppia presenti soggetti molto differenti morfologicamente tra di loro di cui solo quest’ultimo è apprezzabile e che quindi non offre nessuna certezza di ripetere quelle caratteristiche nella sua discendenza. Si può vincere alle mostre anche avendo un solo soggetto eccellente su 200 soggetti mediocri prodotti nell’anno. E’ bene riflettere su questo punto. Un allevamento che presenta tanti buoni soggetti, molto uniformi tra loro, è sinonimo di selezione, di trasmissibilità di quei caratteri, di lavoro accurato da parte dell’allevatore. Solo visitando un allevamento ci si può rendere conto di tutto ciò, cioè del fatto che non è frutto del caso. Io consiglio ai giovani allevatori di rivolgersi a questo tipo di interlocutore per non sprecare soldi e tempo.
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