Sig. Carmine Settembre |
1 - D) Vuole raccontare in che anno e
dove ha visto per la prima volta lo Scotch Fancy ?
R) Il primo incontro con questa Razza è
avvenuto circa 30 anni fa. Un amico di famiglia mi fece omaggio di una coppia
per i miei figli, all'ora in tenera età.
2 - D) Quali caratteristiche particolari,
riferendomi a pregi e difetti, avevano i soggetti di quel periodo e cosa l’ha
affascinata sin da subito ?
R) Non molti erano i soggetti veramente
apprezzabili in quel periodo. Ricordo che in giro ed anche nelle mostre, si
vedevano esemplari molto disomogenei tra loro. Si passava da soggetti spalluti
con piumaggio lungo e slavato, a soggetti piccoli con buon piumaggio ma con
poca propensione alla posizione tipica della razza. L'eleganza e la
"posizione a mezza luna" sono state le cose che mi hanno colpito fin
da subito, ed hanno fatto scattare la scintilla dell'amore verso questa
magnifica razza che ancora oggi persiste solidamente immutato.
3 - D) Tra gli storici allevatori
pionieri della razza, secondo lei chi, in che modo e con quali pregi ne ha
influenzato maggiormente lo sviluppo, gettando nel tempo le basi che ci hanno
portato allo Scotch Fancy dei giorni nostri ?
R) Ho imparato a conoscere le origini
dello Scotch e le vicissitudini che nel tempo ne hanno influenzato le
caratteristiche e persino l'esistenza stessa, solo attraverso scritti ricerche
e testimonianze di un tempo che fu. Mi è quindi davvero difficile rispondere in
modo compiuto a questa domanda.
4 - D) Da quale ceppo provenivano le sue
prime coppie e su quali linee, negli anni a seguire, ha basato il suo lavoro
genetico ?
R) Diciamo che quando ho
deciso di fare sul serio, cioè dopo le delusioni del primo anno di allevamento,
come primo obbiettivo mi sono imposto di crearmi una base teorica, se pur
minima, sull'ornicoltura in generale e specifica della Razza. La lettura di
libri e di articoli specializzati, unitamente alla visita di allevamenti e la
frequentazione di mostre ornitologiche, mi sono state d'aiuto per iniziare a
comprendere le caratteristiche morfologiche e le tecniche di allevamento del
nostro beniamino. Fatto ciò ho iniziato i miei primi acquisti da allevatori che
all'epoca andavano per la maggiore in Campania e in altre regioni d'Italia:
Persico, Rotondo, Napolano, Ciampi, Grisendi, ecc. Negli anni a seguire
l'attenzione si è spostata su soggetti esteri. In particolare su canarini
provenienti da importanti allevamenti belgi e tedeschi, al fine di migliorare
sempre di più le caratteristiche del mio allevamento.
Da qui man mano ho
iniziato la selezione della mia produzione che nel frattempo iniziava ad essere
competitiva e molto apprezzata. Infatti di lì a poco, sono arrivati i primi
riconoscimenti ufficiali sulle mostre.
5 - D) A quali pregi ha dato maggiore
importanza nello scegliere i suoi capostipiti?
R) Va da se che la scelta dei
riproduttori prescinde d'obbligo dal considerando della Razza. Su tutti però
amo privilegiare i soggetti con buona postura e taglia che presentano un collo
adeguatamente lungo che va ad inserirsi senza spigolature in un bel dorso lungo
e stretto, mostrando quella "sventratura" nella parte interna del
corpo che è tipica della Razza e che a mio avviso va sempre ricercata.
6 - D) Che importanza ha la
consanguineità nelle sue combinazioni genetiche? …e l'utilizzo del carattere
intenso?
R) La consanguineità è
argomento molto delicato che richiede buone conoscenze di genetica. Forse non
tutti sanno che la consanguineità è la tecnica più utilizzata nell'allevamento
dei canarini. Essa consiste nel mettere in riproduzione soggetti imparentati.
Quando si seleziona in consanguineità si deve tenere presente che le proprietà
positive non si separano da quelle negative ma vengono messi in risalto sia i
geni buoni che quelli cattivi. Quindi possiamo dire che questa tecnica se usata
nel giusto modo può servire nella selezione, alla creazione di un ceppo dagli
standard espositivi. Io la pratico ma con parsimonia, sia quella larga che
quella stretta. I risultati a volte sono stati soddisfacenti altre volte lo
sono stati meno.
Per quanto riguarda l'intensivo sono positivamente orientato
alla selezione di questo "carattere", poiché ritengo che se inserito
con la dovuta oculatezza, possa dare un valido aiuto ai più blasonati brinati,
per migliorarne il piumaggio.
7 - D) Un corretto programma di
allevamento, ad un certo punto porta inevitabilmente a dover rinsanguare
accoppiando in “rottura”. Non le chiederò che linee di sangue utilizza - perché
come disse tempo fa un mio carissimo amico, “l’allevatore è come il pasticcere,
non ti darà mai la ricetta esatta...” - ma vuole dirci in che modo procede e
quante difficoltà trova a reperire soggetti con sangue nuovo?
R) Concordo sull'inserimento di tanto
intanto di qualche nuovo soggetto. Tra le cause che maggiormente
"impongono" tale esigenza, vi è sicuramente la reiterata
consanguineità.
Purtroppo non è sempre facile venire in possesso del materiale
che si vorrebbe. In genere i soggetti più interessanti quasi mai vengono
ceduti. A meno che non si è disposti a mollare qualche "pezzo
pregiato" del proprio allevamento.
8 - D) In base alla sua esperienza, con
quali linee di sangue si esprimono meglio in riproduzione i suoi soggetti?
R) In questi 30 anni ho testato diverse
linee di sangue importanti, reperite come dicevo prima, principalmente da
allevamenti campani. In alcuni casi i risultati purtroppo non sono stati sempre
soddisfacenti. La spiegazione che mi sono dato è che "il sangue" di
queste linee, non si sposa con le mie. Per cui, quando ho necessità, in
mancanza di altro, ritorno su una linea che fa parte tra quelle con le quali ho
iniziato questa avventura, perché mi assicura più di altre maggiori garanzie,
in quanto la produzione che ne discende si avvicina meglio al mio modo di
intendere lo Scotch.
9 - D) Cosa pensa del livello di
selezione che ha raggiunto oggi la razza e su quali caratteristiche,
riferendomi a pregi e difetti, bisognerebbe porre maggiore attenzione negli
accoppiamenti?
R) La Razza già da qualche anno ha
raggiunto livelli espositivi molto alti. E come ho avuto modo di dire in
qualche precedente occasione, le mostre ormai si vincono solo per piccole
inezie. Posso affermare anche, senza ombra di dubbio, che gli Scotch italiani
attualmente sono tra i migliori in assoluto e sono saldamente attestati nelle
primissime posizioni del ranking mondiale. Tuttavia credo che si possa ancora
migliorare sia sulla taglia che sulla posizione. Lo so, non è per niente facile
mettere insieme tanti elementi. Ma sono convinto che i miglioramenti presto
arriveranno, perché ritengo che un buon allevatore è anche un buon ricercatore.
10 - D) Quale consiglio si sente di dare
ai giovani allevatori che si accingono a scegliere i loro futuri riproduttori?
R) Ai giovani allevatori che
si approcciano ad allevare e ad affrontare dei costi, prima di tutto chiedo di
porsi una domanda fondamentale: "in che misura conosco veramente lo Scotch
Fancy"? In mancanza di esperienza consiglio di affidarsi ad allevatori
seri con un bagaglio di esperienze nutrito, soprattutto nel campo espositivo.
Le domande sono terminate. Mi
si consenta un’ultima breve riflessione sulla Classe Giudicante, di cui non ho
trovato cenni in questa intervista.
Premesso che è un dato oggettivo che la
qualità dei nostri Scotch ha raggiunto livelli molto alti. La domanda che mi
pongo è: ma la preparazione dei Giudici che si apprestano a valutare i nostri
canarini, è sufficientemente adeguata per ricompensare l'impegno profuso e le
attese di noi allevatori?
Un saluto cordiale a tutti gli estimatori
dello Scotch Fancy.
Carmine Settembre
Un saluto a tutti i lettori e appassionati. Concordo con la riflessione ultima fatta dall'amico Carmine Settembre circa la preparazione dei giudici nel giudicare i canarini. Secondo il mio parere no. Purtroppo le regole Foi prevedono la conoscenza di più di 20 razze di canarini di Forma e posizione lisci, troppe, tante, per poter formare un giudice e riconoscerli un bagaglio di conoscenza utile a valutare sin nei minimi particolari un soggetto. Ovviamente è un problema di tutte le razze di canarini e non solo dello Scotch fancy. Basti pensare che ad oggi i giudici che sono in grado di valutare lo scotch fancy si contano sulle dite di una mano.
RispondiEliminaUn saluto affettuoso.
Alfonso Del Mastro.
I giudici che valutano gli Scotch Fancy lo fanno in modo poco oculato e con tanta fretta.....bisogna rivedere un pó le cose!Saluti.
RispondiEliminaCredo che anche in ornitologia, come avviene ormai da anni per esempio in cinofilia, sia arrivato il momento di “creare” una figura di giudici specialisti, non dico per singola razza, ma al massimo per 2/3 razze. Non si può pretendere che un giudice sia esperto di 20 razze.
RispondiEliminaLa "Specializzazione" è argomento che da anni viene portato all'attenzione della FOI da parte dei Clubs, ma i risultati conseguiti fino ad oggi sono pressoché evanescenti.
RispondiEliminaIl muro di gomma innalzato dalla Federazione, non lascia intravedere nel breve spiragli positivi, eludendo così le esigenze di tanti allevatori che, nonostante tutto, contribuiscono con passione e abnegazione a tenere alto il buon nome dell'Ornitologia Italia.
Il sistema non può più attendere, ma necessita ormai di un rapido quanto auspicato cambio di rotta.