venerdì 3 marzo 2017

…punti di vista sullo Scotch Fancy di Gianfranco Pannullo

Sig. Gianfranco Pannullo
1 - D) Vuole raccontare in che anno e dove ha visto per la prima volta lo Scotch Fancy ?

R) In un negozio di animali a Castellammare Di Stabia (NA), anno 1986.

2 - D) Quali caratteristiche particolari, riferendomi a pregi e difetti, avevano i soggetti di quel periodo e cosa l'ha affascinata sin da subito ?

R) Si presentavano di buona taglia con un piumaggio un po’ lungo sul petto (in gergo detto cravattino) con spalle molto evidenti tranne qualche soggetto che anche se a fatica rientrava nello standard. E proprio quei soggetti mi colpirono particolarmente per l’eleganza che mostravano, nell’assumere la posizione anche nei gabbioni dove alloggiavano canarini di razze diverse.

3 - D) Tra gli storici allevatori pionieri della razza, secondo lei chi, in che modo e con quali pregi ne ha influenzato maggiormente lo sviluppo, gettando nel tempo le basi che ci hanno portato allo Scotch Fancy dei giorni nostri ?
R) Beh, la domanda è impegnativa ma parlando di storici ”recenti” secondo il mio modesto parere sono almeno due le persone che hanno lavorato bene per il perfezionamento di questa splendida razza (non me ne vogliano gli altri amici): uno è un belga di nome Guido Mertens, mio conoscente, che ci ha fatto sognare con i suoi soggetti affusolati, spalle strette e un piumaggio attillato e dal colore caldo, così da enfatizzare ancor più l’eleganza quasi femminile che uno scotch deve possedere; l’altro è un italiano di nome Amedeo Rotondo, sempre mio conoscente, che ha saputo bilanciare ed evidenziare bene i pregi dei canarini italiani accoppiandoli con altri di provenienza belga così da migliorarne taglia, piumaggio ecc.

4 - D) Da quale ceppo provenivano le sue prime coppie e su quali linee, negli anni a seguire, ha basato il suo lavoro genetico ?

R) I primi canarini scotch (quattro coppie) li acquistai nell’anno 1988 da un noto allevatore di razze inglesi (così venivano definiti in quegli anni i canarini di F.P.L.) a Torre Annunziata (NA) Cav. Rizzo Pellegrino, persona seria e colta, conoscitore della razza in oggetto il quale mi spiegò che due di loro erano fratello e sorella indicandomi ovviamente il numero di anello, mentre gli altri sei non erano consanguinei tra loro, e tutto ebbe inizio.

5 - D) A quali pregi ha dato maggiore importanza nello scegliere i suoi capostipiti?

R) Sicuramente alle spalle e alla postura assunta ma anche al piumaggio.

6 - D) Che importanza ha la consanguineità nelle sue combinazioni genetiche? …e l'utilizzo del carattere intenso?

R) Il mio allevamento è impostato sulla consanguineità media e larga, se per intenso intendi il colore allora lo uso raramente, cerco di bilanciare gli accoppiamenti: piumaggio tipo intensivo con piumaggio brinato medio (ovviamente parlo di struttura delle piume) ravvivando i colori con soggetti che mostrano un pigmento più accentuato.

7 - D) Un corretto programma di allevamento, ad un certo punto porta inevitabilmente a dover rinsanguare accoppiando in “rottura”. Non le chiederò che linee di sangue utilizza - perchè come disse tempo fa un mio carissimo amico, “l’allevatore è come il pasticcere, non ti darà mai la ricetta esatta...” - ma vuole dirci in che modo procede e quante difficoltà trova a reperire soggetti con sangue nuovo?
R) Reperire i soggetti per rinsanguare non è difficile (basta accordarsi con il prezzo). In giro per le mostre si trova sempre qualcosa per la bisogna, il difficile è trovare soggetti compatibili con il proprio ceppo. In passato ho introdotto nel mio allevamento canarini apparentemente belli ma ai fini riproduttivi hanno dato vita a soggetti disomogenei tranne qualche raro caso, quindi dobbiamo stare molto attenti ai facili “rinsanguamenti” con soggetti di altre linee. Le “RICETTE” vanno bene per fare le torte! Io propongo di usare buon senso e passione, prima o poi i risultati arrivano.

8 - D) In base alla sua esperienza, con quali linee di sangue si esprimono meglio in riproduzione i suoi soggetti?

R) Sono rimasto fedele alla linea di partenza (le prime coppie Rizzo) certamente con il perfezionamento nel tempo di tutte le qualità che uno Scotch deve possedere.

9 - D) Cosa pensa del livello di selezione che ha raggiunto oggi la razza e su quali caratteristiche, riferendomi a pregi e difetti, bisognerebbe porre maggiore attenzione negli accoppiamenti? 

R) Lo Scotch attuale finalmente è ai massimi livelli della sua storia, basta vedere i risultati delle varie mostre che ci sono in Italia e all’estero (si vince per uno o pochi punti di differenza). Quando si formano le coppie bisogna tenere ben presente lo standard della razza (disegno ufficiale) e non accoppiare mai soggetti che evidenziano lo stesso difetto, al massimo bilanciare soggetto con difetto lieve ad un soggetto eccellente nella medesima parte del corpo.

10 - D) Quale consiglio si sente di dare ai giovani allevatori che si accingono a scegliere i loro futuri riproduttori?
R) Se intendi per l’acquisto allora il consiglio è di rivolgersi a uno o al massimo due allevatori seri e ce ne sono diversi (ciò ad evitare miscugli genetici con più tare ereditarie latenti) scegliere soggetti non esageratamente grandi e tozzi, ma di taglia media e dalle giuste proporzioni.

Ti ringrazio per questa bella intervista e spero di essere stato d’aiuto a qualche appassionato neofito, un saluto a te e agli amici allevatori di questa splendida razza di canarini.
Gianfranco Pannullo.

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