Sig. Gianfranco Pannullo |
1 - D) Vuole raccontare in che anno e dove
ha visto per la prima volta lo Scotch Fancy ?
R) In un negozio di animali a
Castellammare Di Stabia (NA), anno 1986.
2 - D) Quali caratteristiche particolari,
riferendomi a pregi e difetti, avevano i soggetti di quel periodo e cosa l'ha
affascinata sin da subito ?
R) Si presentavano di buona taglia con un
piumaggio un po’ lungo sul petto (in gergo detto cravattino) con spalle molto
evidenti tranne qualche soggetto che anche se a fatica rientrava nello
standard. E proprio quei soggetti mi colpirono particolarmente per l’eleganza
che mostravano, nell’assumere la posizione anche nei gabbioni dove alloggiavano
canarini di razze diverse.
3 - D) Tra gli storici allevatori
pionieri della razza, secondo lei chi, in che modo e con quali pregi ne ha
influenzato maggiormente lo sviluppo, gettando nel tempo le basi che ci hanno
portato allo Scotch Fancy dei giorni nostri ?
R) Beh, la domanda è impegnativa ma
parlando di storici ”recenti” secondo il mio modesto parere sono almeno due le
persone che hanno lavorato bene per il perfezionamento di questa splendida
razza (non me ne vogliano gli altri amici): uno è un belga di nome Guido Mertens,
mio conoscente, che ci ha fatto sognare con i suoi soggetti affusolati, spalle
strette e un piumaggio attillato e dal colore caldo, così da enfatizzare ancor
più l’eleganza quasi femminile che uno scotch deve possedere; l’altro è un
italiano di nome Amedeo Rotondo, sempre mio conoscente, che ha saputo
bilanciare ed evidenziare bene i pregi dei canarini italiani accoppiandoli con
altri di provenienza belga così da migliorarne taglia, piumaggio ecc.
4 - D) Da quale ceppo provenivano le sue
prime coppie e su quali linee, negli anni a seguire, ha basato il suo lavoro
genetico ?
R) I primi canarini scotch (quattro
coppie) li acquistai nell’anno 1988 da un noto allevatore di razze inglesi
(così venivano definiti in quegli anni i canarini di F.P.L.) a Torre Annunziata
(NA) Cav. Rizzo Pellegrino, persona seria e colta, conoscitore della razza in
oggetto il quale mi spiegò che due di loro erano fratello e sorella indicandomi
ovviamente il numero di anello, mentre gli altri sei non erano consanguinei tra
loro, e tutto ebbe inizio.
5 - D) A quali pregi ha dato maggiore
importanza nello scegliere i suoi capostipiti?
R) Sicuramente alle spalle e alla postura
assunta ma anche al piumaggio.
6 - D) Che importanza ha la
consanguineità nelle sue combinazioni genetiche? …e l'utilizzo del carattere
intenso?
R) Il mio allevamento è impostato sulla consanguineità
media e larga, se per intenso intendi il colore allora lo uso raramente, cerco
di bilanciare gli accoppiamenti: piumaggio tipo intensivo con piumaggio brinato
medio (ovviamente parlo di struttura delle piume) ravvivando i colori con
soggetti che mostrano un pigmento più accentuato.
7 - D) Un corretto programma di
allevamento, ad un certo punto porta inevitabilmente a dover rinsanguare
accoppiando in “rottura”. Non le chiederò che linee di sangue utilizza - perchè
come disse tempo fa un mio carissimo amico, “l’allevatore è come il pasticcere,
non ti darà mai la ricetta esatta...” - ma vuole dirci in che modo procede e
quante difficoltà trova a reperire soggetti con sangue nuovo?
R) Reperire i soggetti per rinsanguare
non è difficile (basta accordarsi con il prezzo). In giro per le mostre si
trova sempre qualcosa per la bisogna, il difficile è trovare soggetti
compatibili con il proprio ceppo. In passato ho introdotto nel mio allevamento
canarini apparentemente belli ma ai fini riproduttivi hanno dato vita a
soggetti disomogenei tranne qualche raro caso, quindi dobbiamo stare molto
attenti ai facili “rinsanguamenti” con soggetti di altre linee. Le “RICETTE” vanno bene per fare le
torte! Io propongo di usare buon senso e passione, prima o poi i risultati
arrivano.
8 - D) In base alla sua esperienza, con
quali linee di sangue si esprimono meglio in riproduzione i suoi soggetti?
R) Sono rimasto fedele alla linea di
partenza (le prime coppie Rizzo) certamente con il perfezionamento nel tempo di
tutte le qualità che uno Scotch deve possedere.
9 - D) Cosa pensa del livello di
selezione che ha raggiunto oggi la razza e su quali caratteristiche,
riferendomi a pregi e difetti, bisognerebbe porre maggiore attenzione negli
accoppiamenti?
R) Lo Scotch attuale finalmente è ai
massimi livelli della sua storia, basta vedere i risultati delle varie mostre
che ci sono in Italia e all’estero (si vince per uno o pochi punti di
differenza). Quando si formano le coppie bisogna tenere ben presente lo
standard della razza (disegno ufficiale) e non accoppiare mai soggetti che
evidenziano lo stesso difetto, al massimo bilanciare soggetto con difetto lieve
ad un soggetto eccellente nella medesima parte del corpo.
10 - D) Quale consiglio si sente di dare
ai giovani allevatori che si accingono a scegliere i loro futuri riproduttori?
R) Se intendi per l’acquisto allora il
consiglio è di rivolgersi a uno o al massimo due allevatori seri e ce ne sono
diversi (ciò ad evitare miscugli genetici con
più tare ereditarie latenti) scegliere soggetti non esageratamente grandi e
tozzi, ma di taglia media e dalle giuste proporzioni.
Ti ringrazio per questa bella intervista
e spero di essere stato d’aiuto a qualche appassionato neofito, un saluto a te
e agli amici allevatori di questa splendida razza di canarini.
Gianfranco Pannullo.
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