Sig. Roberto Pini |
D - 1) Vuole raccontare in che anno e dove
ha visto per la prima volta lo Scotch Fancy ?
R) È stato nel 1988, presso un banco
mercato per animali a Milano.
D - 2) Quali caratteristiche particolari,
riferendomi a pregi e difetti, avevano i soggetti di quel periodo e cosa l'ha
affascinata sin da subito ?
R) Quelli che vidi, erano affascinanti,
erano di ceppo anglosassone e scozzese, con spalle strettissime ed alte ed
il collo lungo e proteso in avanti, esprimevano azione sia “the action” che
“the hop” anche se avevano un piumaggio migliorabile ed un poco di spigolosità
a riposo, ma trasmettevano potenza abbinata ad eleganza e finezza, ma
soprattutto la bellezza del cerchio, non dimentichiamo che gli inglesi,
definiscono lo scotch, “l'uccello del cerchio”, ed il fascino di vedere
la metà dovendo immaginare l'altra metà che non c’è, non ha paragoni per me.
D - 3) Tra gli storici allevatori
pionieri della razza, secondo lei chi, in che modo e con quali pregi ne ha
influenzato maggiormente lo sviluppo, gettando nel tempo le basi che ci hanno
portato allo Scotch Fancy dei giorni nostri ?
R) È una domanda difficile, più di un
allevatore ha contribuito al miglioramento della razza, soprattutto chi ha
ragionato e selezionato standard alla mano. I canarini da me citati
precedentemente, erano di un certo dott. Bonaura, di origini campane ma
residente a Milano, che avendo possibilità economiche, acquistava canarini,
importandoli da Scozia ed Inghilterra, in periodi in cui giravano ancora scotch
originali, animali di caratteristiche uniche, ma assolutamente fedeli alle
descrizioni dello standard per quanto riguarda il carattere ed il movimento,
avevano qualche lacuna nel piumaggio, parliamo di anni 70/80.
D - 4) Da quale ceppo provenivano le sue
prime coppie e su quali linee, negli anni a seguire, ha basato il suo lavoro
genetico ?
R) Come ho detto sopra sono partito da
quegli scotch, poi ho cominciato a procurarmi qualche soggetto tramite un
amico appassionato che li reperiva nella cintura Milanese, da un allevatore non
iscritto, certamente ho mantenuto nel ceppo le caratteristiche caratteriali e
del corpo di quei soggetti anglosassoni, cercando di migliorarne, piumaggio e
rotondità, nel senso della curva e della dolcezza della medesima.
D - 5) A quali pregi da maggiore
importanza nella scelta dei riproduttori e quali soggetti elimina
categoricamente dalla riproduzione ?
R) La figura standard è appesa nel mio
allevamento, negli anni ho scartato tutti quei soggetti che trasmettevano
caratteristiche di meticciamento Bossu o di altre razze di fp arricciate e
negli ultimi anni posso dire che la scelta passa per piccoli dettagli ed a
volte solo per simpatia, posso ritenermi soddisfatto del mio lavoro, lungo e
faticoso, proprio perché nato dal nulla quasi 30 anni fa.
D - 6) Che importanza ha la
consanguineità nelle sue combinazioni genetiche ? …e l'utilizzo del carattere
intenso ?
R) Ritengo la consanguineità
indispensabile per avanzare nel lavoro genetico, per quanto riguarda gli
intensi non ne posseggo ancora, perché non ho ancora trovato ciò che mi piace,
ma mi sono promesso di farlo.
D - 7) Un corretto programma di allevamento,
ad un certo punto porta inevitabilmente a dover rinsanguare accoppiando in
“rottura”. Vuole dirci in che modo procede e se per caso ha una sorta di
collaborazione con qualche allevatore ?
R) Per ora le mie coppie pur avendo
parentela, mi consentono di allevare in assoluta tranquillità, ma se dovessi
avere la necessità di rinsanguare, cercherei in qualche gabbione in uccelleria,
senza osservare l'anello, anche senza anello mi va bene, basta che mi paga l'occhio,
spesso ti sorprendono. Recentemente ho avuto diversi scambi con l'amico e
grandissimo allevatore e tecnico della razza Tullio De Biase, con il quale è
nato da anni un importante sodalizio tecnico, e poi un paio di soggetti da
Francesco Speranza, grandissimo allevatore, i suoi risultati parlano per lui.
D - 8) Cosa pensa del livello di
selezione che ha raggiunto oggi la razza e su quali caratteristiche,
riferendomi a pregi e difetti, bisognerebbe porre maggiore attenzione negli
accoppiamenti?
R) Non vorrei essere ripetitivo, ma credo
che una buona conoscenza di lettura dello standard, con relativa visione del
disegno standard originale, offrano tutte le possibilità per un’ottima
selezione.
D - 9) Analizzando i risultati delle più importanti
mostre ornitologiche - dove per l’alto numero di soggetti iscritti, a giudicare
la razza è più di un singolo giudice – spesso si riscontrano valutazioni completamente
discordanti tra loro. Non crede che manchi una “linea guida”, capace di
uniformare i criteri di giudizio in modo da indirizzare correttamente l’allevamento
in quel determinato periodo ? Secondo lei, un meeting annuale organizzato dal
club, con relatore un esperto della razza, potrebbe essere utile alla
formazione di nuovi allevatori e “giudici specialisti” ?
R) Quando ci si parla è sempre utile, ma
certe frasi tipo “ognuno vede lo scotch a modo suo” oppure “che fa è il colpo
d’occhio” non aiutano la selezione tecnica e creano confusione a chi deve
decidere in giudizio. Ho visto premiare canarini alla voce taglia solo perché
semplicemente più larghi, perché l'occhio inganna, un consiglio che mi sento di
dare ai giudici è di allevare la razza e di farlo seguendo i criteri di
giudizio che porterete certamente con voi in giudizio, consultandoli insieme ad
una buona dose di buona fede, il resto lo dobbiamo fare noi accettando i
giudizi, almeno quelli buoni.
✋✋✋ Prima di fare la prossima domanda
consentitemi di esprimere un mio pensiero: sono fermamente convinto che il club
di razza debba essere il più importante organo preposto alla tutela della razza
a 360°, ricordando soprattutto che lo scopo del giudizio che avviene alle
mostre, non si limita alla mera classifica, ma è l’unico strumento per
migliorare la razza, indirizzando correttamente l’allevamento, perchè bisogna
tener bene a mente che i canarini premiati alle mostre saranno i protagonisti
delle cove. Eccoci con la domanda… 👍👍👍
D - 10) Secondo lei cosa potrebbe fare la
CCTTNN-CFPL, magari in sinergia con lo Scotch Canary Club, per garantire, nelle
mostre più importanti, un “giudice specialista” ?
R) Non servono misure speciali, è forse
la razza più difficile ed affascinante della fpl, credo che gli incontri
tecnici, condotti seguendo lo standard come il Vangelo ed affiancare giovani
giudici agli esperti senza caricarli di grosse responsabilità, possa aiutare a
migliorare il giudizio.
D - 11) Nella precedente raccolta
d’interviste “Punti di vista sullo Scotch Fancy” sono rimasto colpito da alcune
risposte date alla seconda domanda, domanda che ritroviamo anche in questa
intervista. In sintesi tutti gli allevatori intervistati sono stati affascinati
dalle rotondità che contraddistingue la razza, molti per definire lo scotch
hanno utilizzato l’aggettivo “elegante”…
A me ha colpito particolarmente la
seguente risposta, che condivido in pieno e per evitare errori, cito testualmente:
“Ciò che mi ha affascinato di questa razza è stata la forma
particolare, l’eleganza, questa figura esile, cilindrica e quel senso di
leggerezza che mi ha trasmesso.”
Premesso che lo standard cita
testualmente: “Lo scotch non dovrà mai dare l’impressione di pesantezza”,
secondo quello che vediamo oggi alle mostre, non crede che i soggetti sopra descritti,
siano spesso penalizzati per favorire soggetti molto pesanti, grossolani ed
inevitabilmente grandi di taglia ? Secondo lei perché ? Si sta sbagliando
qualcosa ?
R)
Penso che il problema dell’interpretazione della voce “taglia”, sia da imputare
alla ricerca della medesima affidandosi al colpo d’occhio, così che grosso
sembra anche più grande, in realtà vedere schede di giudizio dare un meno uno
nella taglia a soggetti che in realtà erano più lunghi di altri, premiati con
zero penalità... credo che la consultazione dei criteri di giudizio durante il
medesimo sia indispensabile per ridurre il margine di errore, ma purtroppo non
sempre avviene e la capacità di un giudice di saper misurare attraverso la
distanza dei posatoi a livello ottico, per stabilire la misura, sia
determinante, ma è una dote che non tutti hanno… serve allenamento. Alla fine
di tutto è importante che noi allevatori sappiamo riconoscere i buoni soggetti
non in base ai giudizi avuti, ma per conoscenza della razza, ricordiamoci che
alla fine è uno sport e la soddisfazione individuale è anche guardare i
migliori soggetti in allevamento e poter gongolare di gioia, così da continuare
nel migliore modo la selezione.
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